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Gianni Berengo Gardin: L’eredità del maestro della fotografia, morto a 94 anni

| 7 Agosto 2025

Chi era Gianni Berengo Gardin? Perché la sua fotografia ha segnato la storia? Scopri i momenti più significativi della sua carriera e il suo lascito culturale.

maestro fotografia berengo gardin

Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi maestri del racconto fotografico, è morto a Genova all’età di 94 anni, lasciando un’impronta indelebile nel mondo della fotografia e della cultura visiva internazionale.

La carriera di Gianni Berengo Gardin: dalle origini alla fotografia di reportage

Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Gianni Berengo Gardin ha trascorso la sua vita tra diverse città, tra cui Roma, Venezia, Lugano e Parigi. Nel 1965 si trasferisce definitivamente a Milano, dove inizia la sua carriera professionale nel mondo della fotografia. Berengo Gardin si è distinto principalmente nella fotografia di reportage, nella documentazione sociale, nell’architettura e nella descrizione ambientale.

La sua carriera lo ha visto collaborare con le principali testate italiane e internazionali, come Il Mondo, Domus, Epoca, L’Espresso, Le Figaro, Time e Stern, dando vita a numerosi reportage e monografie che raccontano le trasformazioni della società e del paesaggio. Inoltre, ha pubblicato oltre 260 volumi fotografici e ha esposto i suoi lavori in oltre 360 mostre personali, sia in Italia che all’estero.

Le collaborazioni e i lavori più significativi

Le prime fotografie di Berengo Gardin sono apparse nel 1954 sulla rivista Il Mondo, diretta da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965. Dal 1966 al 1983 ha lavorato per il Touring Club Italiano, realizzando una serie di volumi che raccontano in maniera profonda l’Italia e i paesi europei. Durante lo stesso periodo, ha collaborato con l’Istituto Geografico De Agostini e con le principali industrie italiane, come Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM e Italsider, per realizzare reportage aziendali e monografie.

gianni berengo gardin morto 94 anni

Per oltre trent’anni, Gianni Berengo Gardin ha documentato la costruzione dei progetti architettonici di Renzo Piano, un capitolo fondamentale nella storia della sua carriera. Le sue immagini, caratterizzate da un’attenzione unica per il dettaglio e per le dinamiche sociali e ambientali, sono diventate un punto di riferimento nel panorama fotografico mondiale.

Riconoscimenti e mostre internazionali

Berengo Gardin ha partecipato a numerosi eventi internazionali, tra cui la Photokina di Colonia, l’Expo di Montreal del 1967 e l’Expo di Milano del 2015. È stato anche presente alla Biennale di Venezia e alla celebre mostra “The Italian Metamorphosis, 1943-1968” al Guggenheim Museum di New York nel 1994.

Nel 2014, con il supporto del FAI, ha presentato un importante reportage di denuncia sulla questione delle Grandi Navi da crociera a Venezia, esponendo sia a Milano che a Venezia. Nel 2016, la mostra “Vera fotografia. Reportage, immagini, incontri” al PalaExpo di Roma ha ripercorso la sua carriera attraverso i principali reportage, includendo oltre 250 fotografie significative.

Nel 2022, il Maxxi di Roma gli ha dedicato una retrospettiva intitolata “L’occhio come mestiere“, un omaggio al suo approccio distintivo e alla sua capacità di raccontare storie attraverso le immagini. Nel 2023, è stata inaugurata la mostra “Cose mai viste. Fotografie inedite“, che raccoglie una nuova serie di fotografie che offrono uno spunto unico sul suo lungo percorso creativo.

gianni berengo gardin fotografia reportage

I premi e i riconoscimenti ricevuti

Gianni Berengo Gardin ha ricevuto numerosi premi nel corso della sua carriera. Tra i più importanti si ricordano il Prix Brassaï a Parigi nel 1990, il Leica Oskar Barnack Award ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles nel 1995, e il Lucie Award alla carriera nel 2008, già assegnato a grandi fotografi come Henri Cartier-Bresson, William Klein ed Elliott Erwitt. Nel 2014 ha ricevuto anche il Premio Kapuściński per il reportage, e nel 2017 è stato inserito nel Leica Hall of Fame.

Le sue opere sono conservate in numerosi musei e fondazioni culturali di prestigio, tra cui l’Istituto Centrale per la Grafica e il Maxxi di Roma, il MoMA di New York, la Bibliothèque Nationale e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid.

Le mostre in corso: l’omaggio a Giorgio Morandi

Fino al 28 settembre 2023, la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia ospita una mostra dedicata a Gianni Berengo Gardin, intitolata “Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi“. L’esposizione, curata da Alessandra Mauro, raccoglie 21 fotografie realizzate nel 1993, quando Berengo Gardin fu chiamato a documentare i luoghi in cui aveva lavorato il celebre pittore emiliano Giorgio Morandi. Questi scatti, legati all’apertura del Museo Morandi a Palazzo d’Accursio a Bologna, offrono uno spunto inedito sulla figura del pittore e sulla sua intimità creativa.

Un lascito eterno nella fotografia

La morte di Gianni Berengo Gardin segna la fine di un’epoca nella fotografia di reportage e nella documentazione sociale e culturale. Le sue opere continueranno a vivere nelle collezioni museali e nei libri che ha pubblicato, lasciando un patrimonio visivo che racconta la storia del nostro tempo, con una sensibilità unica e una maestria inimitabile.