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Sottomarino scompare in Antartide dopo la scoperta di strutture misteriose sotto il ghiaccio

| 11 Agosto 2025

Il sottomarino Ran è scomparso in Antartide dopo aver scoperto strutture sconosciute sotto il ghiaccio. Quali misteri si celano sotto la piattaforma Dotson?

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  • Perché il sottomarino Ran è scomparso in Antartide?
  • Cosa ha trovato sotto il ghiaccio?
  • Quali scoperte potrebbero cambiare il futuro della ricerca polare?

Nel gennaio del 2024, il sottomarino autonomo Ran è scomparso sotto la piattaforma di ghiaccio Dotson in Antartide Occidentale, subito dopo aver rilevato strutture insolite e mai viste prima sotto l’oceano polare. Questo evento ha suscitato un notevole interesse scientifico, poiché la missione del Ran era quella di esplorare per la prima volta una cavità nascosta tra il fondale marino e la massa di ghiaccio galleggiante.

La missione del Ran e il contesto scientifico

Il sottomarino autonomo era stato lanciato nel 2022 dalla International Thwaites Glacier Collaboration (ITGC), un consorzio internazionale di scienziati impegnati a studiare i cambiamenti nel ghiacciaio Thwaites, uno dei più vulnerabili della regione antartica. L’obiettivo era esplorare una zona particolarmente difficile da raggiungere, per raccogliere dati diretti che non erano mai stati possibili tramite l’uso di satelliti o carote di ghiaccio.

Il Ran ha avuto il merito di fornire una visione senza precedenti della geografia nascosta sotto il ghiaccio, aprendo nuove prospettive sulle dinamiche di fusione glaciale e sulle interazioni tra ghiaccio e acqua salata. La zona esplorata era talmente inaccessibile che fino a quel momento era stata studiata solo attraverso dati indiretti.

Scoperte sorprendenti sotto il ghiaccio

Il Ran era dotato di un sonar multiraggio di alta risoluzione, che gli ha permesso di mappare oltre 130 chilometri quadrati della base della piattaforma di ghiaccio Dotson, percorrendo circa 16 chilometri sotto il ghiaccio. Durante questa esplorazione, il sottomarino ha registrato la presenza di formazioni inaspettate come strutture a forma di lacrima, altopiani ghiacciati e intricati modelli di erosione che non corrispondono ai modelli attuali di fusione glaciale.

Anna Wåhlin, la principale autrice dello studio e docente di fisica oceanografica all’Università di Goteborg (Svezia), ha spiegato:

“La mappatura ci ha fornito molti nuovi dati che avevamo bisogno di esaminare più da vicino. È chiaro che molte delle ipotesi precedenti sulla fusione della parte inferiore dei ghiacciai sono inadeguate. I modelli attuali non riescono a spiegare i complessi schemi che osserviamo”.

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Un cambio di prospettiva sui cambiamenti climatici

Secondo Anna Wåhlin, prima dell’introduzione del Ran, i dati erano raccolti tramite satelliti e carote di ghiaccio, ma l’accesso diretto alla zona ha rivelato una struttura molto più complessa di quanto si pensasse inizialmente. “Abbiamo osservato che il processo di fusione glaciale è molto più articolato e dinamico di quanto suggeriscano i modelli tradizionali”, ha aggiunto l’esperta.

Il ruolo delle acque circumpolari

Oltre alla mappatura della base della piattaforma di ghiaccio, il Ran ha raccolto informazioni fondamentali sulla dinamica della piattaforma Dotson. L’esplorazione ha evidenziato una marcata differenza tra le due sezioni della piattaforma: la parte orientale, più spessa e che si fonde più lentamente, e quella occidentale, che presenta un accresciuto tasso di fusione. I ricercatori attribuiscono queste differenze al fenomeno delle acque circumpolari profonde, una corrente marina calda e turbolenta proveniente dal Pacifico e dall’Oceano Indiano, che potrebbe essere un fattore determinante per la velocità di fusione del ghiaccio.

Un articolo pubblicato sulla rivista Science ha confermato questa tesi, sottolineando l’importanza di comprendere come queste acque influenzano il comportamento del ghiaccio marino e contribuiscono ai cambiamenti climatici globali.

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La scomparsa del Ran: un mistero scientifico

Il mistero della scomparsa del Ran rimane irrisolto. In un ambiente dove la comunicazione in tempo reale è praticamente impossibile e il GPS non funziona sotto il ghiaccio, il sottomarino non è mai tornato al punto di incontro programmato, cessando di inviare segnali. Le ipotesi sulla causa della scomparsa includono un possibile inciampamento su qualche ostacolo sottomarino, un guasto tecnico o addirittura un’interferenza da parte di fauna marina, ma nessuna teoria ha potuto essere confermata senza localizzare il veicolo.

Nonostante la perdita del sottomarino, gli scienziati hanno comunque ottenuto dati di grande valore. Anna Wåhlin ha dichiarato: “Anche se non abbiamo ottenuto tutto ciò che ci aspettavamo, i dati raccolti sono stati fondamentali. Il Ran è stato un mezzo unico che ci ha permesso di fare scoperte straordinarie”. La ricercatrice ha sottolineato che l’indagine scientifica in Antartide è cruciale per comprendere come i cambiamenti climatici possano influire sulla stabilità dei ghiacci polari. “Speriamo di poter sostituire il Ran per proseguire questo lavoro essenziale”, ha concluso.

La missione del Ran ha aperto nuovi scenari per la ricerca polare e ha messo in luce l’importanza di continuare a monitorare il ghiacciaio Thwaites e la piattaforma di ghiaccio Dotson, due elementi chiave nel sistema di fusione glaciale dell’Antartide. La scomparsa del Ran potrebbe solo essere l’inizio di nuove scoperte sul futuro del nostro clima e sulle dinamiche dei ghiacci polari.