- L’oggetto 3I/ATLAS è davvero un test di intelligenza da una civiltà aliena?
- Cosa ci insegna questa scoperta misteriosa sul nostro futuro?
L’oggetto interestelare 3I/ATLAS, con la sua traiettoria e velocità anomale, sembra discostarsi notevolmente dalla definizione di cometa. Alcuni esperti suggeriscono che potrebbe essere il risultato di un’intelligenza tecnologica superiore, un “test di Turing” lanciato da una civiltà aliena per esaminare l’intelligenza umana. Ma c’è davvero qualcosa di più dietro questo oggetto misterioso?
Cos’è il test di Turing?
Nel 1949, Alan Turing propose il famoso gioco dell’imitazione come metodo per determinare se una macchina fosse in grado di manifestare un’intelligenza equivalente a quella umana. La Prova di Turing prevede che un umano interroghi un altro essere (che potrebbe essere una macchina) senza sapere se si tratta di un uomo o di una macchina. Se l’intervistatore non riesce a distinguere i due, si considera che la macchina abbia superato la prova e possieda intelligenza artificiale al pari di un essere umano.
L’oggetto 3I/ATLAS: cometa o artefatto tecnologico?
Nel luglio del 2025, l’oggetto interestelare 3I/ATLAS è stato scoperto e immediatamente classificato come una roccia ghiacciata, simile a una cometa. Tuttavia, alcuni dettagli suggeriscono che potrebbe trattarsi di qualcosa di ben più complesso. La sua traiettoria non segue le normali leggi della fisica che regolano il movimento delle comete, e la sua composizione potrebbe essere quella di un oggetto tecnologico proveniente da un’altra civiltà.
L’astrofisico tedesco Ernst Florens Chladni, nel 1794, fu il primo a ipotizzare che i meteoriti potessero provenire dallo spazio esterno. Inizialmente ridicolizzato dalla comunità scientifica, il suo lavoro fu accettato solo dopo un lungo periodo di dubbi. Questo esempio dimostra come la scienza sia un continuo processo di adattamento e cambiamento, un segno di intelligenza collettiva.
La difficoltà di distinguere tra oggetti naturali e tecnologici
Nel corso degli anni, numerosi oggetti spaziali sono stati confusi per roccie naturali, mentre in realtà si trattava di artefatti creati dall’uomo. Ad esempio, l’oggetto 2020 SO, identificato dal telescopio Pan-STARRS, si rivelò essere una parte della navetta Surveyor 2 della NASA, lanciata nel 1966. Un altro caso interessante fu quello dell’asteroide vicino alla Terra, che si scoprì essere una Tesla Roadster lanciata nel 2018 da SpaceX.
Allo stesso modo, l’oggetto Oumuamua, scoperto nel 2017, ha sollevato molte domande a causa della sua accelerazione non gravitazionale. Alcuni studiosi suggerirono che potesse trattarsi di un oggetto di origine tecnologica, ma questa teoria fu immediatamente respinta dalla comunità scientifica.
Il mistero di 3I/ATLAS
L’analisi dell’oggetto 3I/ATLAS tramite il telescopio spaziale Hubble ha mostrato una luminosità insolita, ma senza la tipica coda di gas che caratterizza le comete. I dati spettroscopici non hanno rivelato la presenza di gas molecolare o atomico, come accade di solito con le comete. Con un albedo (luce riflessa) molto basso, l’oggetto dovrebbe avere un diametro di circa 20 km per spiegare la sua brillantezza. Eppure, oggetti di queste dimensioni nello spazio interstellare sono incredibilmente rari e difficili da individuare.
La sua traiettoria retrograda, che lo porta verso il nostro sistema solare, è allineata con il piano eclittico, un allineamento straordinariamente improbabile per un oggetto naturale. Inoltre, la sua prossimità a pianeti come Marte, Venere e Giove suggerisce una possibile origine tecnologica.
3I/ATLAS come “test di Turing” alieno?
Un’ipotesi affascinante è che 3I/ATLAS potrebbe essere stato inviato da una civiltà aliena come un test per valutare il livello di intelligenza della nostra specie. Se gli esperti terrestri insistono nel considerarlo un semplice oggetto naturale, potrebbe significare che l’umanità non ha superato il test e non merita un posto di rilievo nel consesso delle civiltà intelligenti della Via Lattea.
Alcuni scienziati, come il professore Chris Lintott dell’Università di Oxford, hanno criticato l’idea di un’origine tecnologica di 3I/ATLAS, ma tale reazione potrebbe essere interpretata come un segnale che la nostra civiltà non ha ancora raggiunto una comprensione sufficiente per affrontare un “incontro” con intelligenze superiori.
La possibile risposta: inviare un messaggio
Se 3I/ATLAS è effettivamente un oggetto tecnologico, la domanda rimane: come dovremmo rispondere? Un messaggio di accoglienza potrebbe essere il primo passo, come suggerito da alcuni esperti. “Ciao, benvenuto nel nostro quartiere. Pace”, una frase semplice, ma carica di significato. Questo tipo di approccio potrebbe rappresentare il primo passo verso una futura interazione con una civiltà aliena.
L’incertezza di un incontro alieno
L’incertezza su come dovremmo comportarci in caso di un incontro con una civiltà aliena è paragonabile a quella che proviamo di fronte a rischi esistenziali come l’intelligenza artificiale, il cambiamento climatico o l’eventualità di un impatto con un asteroide. La differenza principale risiede nell’incognita del comportamento di una civiltà aliena: potrebbe trattarsi di un incontro pacifico o ostile.
La scoperta di 3I/ATLAS, un oggetto così enigmatico e difficile da classificare, ci sfida a evolverci come specie. Forse questo incontro con l’ignoto potrebbe diventare una vera e propria Prova di Turing per l’umanità. La nostra capacità di rispondere adeguatamente a questi segnali misteriosi determinerà il nostro posto nell’universo e il nostro futuro come civiltà intelligente.